«Con fede… la Pace del cuore»
La festa della Pace, che ogni anno l’AC organizza, è puntualmente occasione di incontro, condivisione e arricchimento. Quest’anno dopo pranzo, in particolare, mentre i nostri ragazzi stavano insieme e si divertivano, il momento insieme alle famiglie ci ha permesso di conoscere una realtà, un mondo molto lontano dal nostro, sia geograficamente che culturalmente.
Ormai, si sa, la nostra società è una società multiculturale, ma quello che noi, cristiani e, soci di Azione Cattolica, dobbiamo cercare di realizzare, è una società interculturale, dove l’accoglienza e l’integrazione creano quei confronti e quegli scambi attraverso i quali ti rendi conto che la diversità arricchisce.
Un momento molto forte che abbiamo vissuto durante questa giornata è stato proprio quello in cui, durante l’incontro adulti, abbiamo ascoltato la testimonianza di un’amica proveniente dal cuore dell’Africa, il Burundi; un paese in cui,da qualche anno,l’unica preoccupazione è quella di distruggere e annientare , senza scrupoli, chi è contro il potere dominante. Chi ama la pace, chi desidera far crescere una famiglia nella tranquillità, nella serenità non può viverci, se non con l’incubo di poter morire da un momento all’altro.
Lei, madre di due bimbi piccoli, con coraggio e voglia di vivere, non ha avuto scelta, se non quella di lasciare il suo paese, bello, ma pieno di pericoli e violenze, alla ricerca di un mondo migliore, per tutta la sua famiglia.
Alla fine è arrivata qui, è stata accolta in un centro accoglienza della zona e, con fede, affronta la quotidianità. Sì, con grande fede, perché, nonostante le difficoltà: sola in un paese straniero, senza conoscere la lingua, senza avere accanto nessuno, non solo della sua famiglia, a parte i suoi bambini, ma neanche della sua terra, giudicata, a volte, solo per il colore della pelle, considerata una mendicante o una poco di buono senza ragione … nonostante tutto questo, lei si affida al Signore, nella preghiera fiduciosa, ascolta Dio che le parla attraverso la Sacra Scrittura e, trova le risposte e l’aiuto di cui ha bisogno, sempre. La disperazione non è un sentimento che la caratterizza, ma, al contrario, lei sperimenta la pace del cuore che viene solo dal Signore, il quale, grazie alla sua incessante e profonda preghiera, come dice lei stessa, le ha permesso di conoscere persone accoglienti, nonostante tutto, persone disponibili e amorevoli, che alleviano in qualche modo la sua situazione di rifugiata.
La sua esperienza di rifugiata l’ha portata a comporre un bellissimo poema, pieno di amore, speranza per il futuro e ringraziamento verso coloro che sanno accogliere il diverso.
La sua esperienza da credente, invece, ha fatto nascere una dolcissima preghiera.
Quando alla fine dell’incontro le abbiamo chiesto se avremmo potuto fare nostri questi due scritti, lei ha risposto “Perché no, se possono essere di aiuto a qualcuno, fate pure!”
Dall’ascolto dell’altro nasce la conoscenza, con la conoscenza di persone come Goreth (questo è il nome della nostra amica) scompare la paura e ci si accorge che insieme si è più forti, ci si accorge che si possono costruire cose grandi, ci si accorge che dovremmo occupare di più il nostro tempo ad amare i fratelli, pregare e ringraziare il Signore per ciò che abbiamo, solo così la nostra fede sarà autentica.
Loredana e Fabio
Il miserabile rifugiato
Un giorno tu vieni al mondo come gli altri
Con due genitori come gli altri,
Con una nazionalità qualunque,
In una famiglia affettuosa come le altre,
Desiderando una vita tranquilla come tante altre.
Una vita piena di sogni sul futuro
Ma , improvvisamente, tutto cambia!
A causa di una terribile situazione
In cui tu non hai nessun ruolo da interpretare
Tranne perdere la vita
Tu sei obbligata ad abbandonare la tua patria
Lasciare tutto dietro di te
Andare senza sapere dove andare
Senza niente, quando prima avevi tutto.
Partire senza destinazione
Senza pensarci, senza pianificare nulla
Volare come un uccello nell’aria
Senza sapere dove atterrare.
Perché tu non puoi restare lì,
Tu sei obbligato a atterrare, un giorno,
Ma …. Dove atterrare?
Sperando in una mano sconosciuta
Tu sei arrivato e sei lì.
Le persone ti guardano e hanno paura di te
Gli altri ti qualificano come vogliono
come un buono a nulla o un ladro
con o senza ragione non so.
Ma sappiate una cosa
Un rifugiato è un essere umano come tutti gli altri
È un giovane, ha la sua forza
È intelligente
Può fare qualcosa
Non è un mendicante
Può dare il suo contributo
È un bambino, è il futuro per l’umanità.
Tutti voi rifugiati siate ottimisti
La vita continua nonostante tutti
Perdonate coloro che vi hanno cacciato da casa vostra,
Siate amorevoli verso coloro che vi hanno accolto.
Amatevi gli uni gli altri
Senza alcuna distinzione
Non è per caso che vi siete conosciuti
Abbiate dei bei sogni.
Lasciate che il tempo faccia il suo corso
Perché ogni cosa ha il suo tempo.
Tu puoi essere rifugiato oggi
E domani puoi dare rifugio
Date ciò che voi avete
Voi siete molto ricchi
È un’occasione per fare del bene
Poiché cento anni fa voi non eravate qui sulla terra
E tra cento anni non ci sarete più.
Noi siamo tutti dei rifugiati sulla terra
Non ci vivremo per sempre
Che Dio benedica la mano
Che accoglie un rifugiato
Preghiera
Gesù è fedele.
Io ho trovato un amico
Veramente fedele
Lui mi ha promesso
Che non mi lascerà
Non mi abbandonerà mai
Ciò che dice è vero
La notte quando
Io sono sola e scoraggiata
Senza speranza
Senza sapere dove andare
Si avvicina e mi rassicura
“Ascolta , figlio mio,
Io sono Dio, colui che ti ha generato
Smetti di piangere
Il tuo pensiero è solo sofferenza
Io ti penso in ogni momento
Alzati e cammina.
Alzati e cammina.”